Le opere selezionate per questa visita testimoniano la svolta concettuale che si inserisce nel filone dell’arte sostenibile. I materiali e i frammenti recuperati e lavorati vengono infatti riproposti in una nuova dimensione, assumono una nuova forma e una innovativa funzione comunicativa.
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Sin dalla fase di estrazione della radice, da cui ho creato questa scultura, sono stato affascinato dalla sua forma inusuale. Via via, lavorandola, sempre più è emerso il ricordo di una pinna caudale di un cetaceo nel momento finale dell’ immersione. La tela base su cui è posta questa scultura consente di fermare il frame che fissa quel momento. La cromaticità della tela, in acrilico blu, da un senso compiuto a questa “quadri scultura”.
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Una storia incredibile si racchiude in questa opera: una robinia avvinghiata da una edera viene tagliata, a misura di legna da ardere. Anche in questo piccolo pezzo, il frammento di edera resta intrecciato al suo tronco e non si stacca nemmeno quando finisce nelle acque del lago. Ho raccolto il “pezzo” in riva al Lago Maggiore e nel “lavorarlo” ho voluto esaltare il contrasto cromatico che si evidenzia in questo “abbraccio” … per la vita. La base lignea su cui è stata posta completa l’omogeneità di questa scultura.
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La lavorazione di questa radice ha evidenziato un forte movimento centripeto che tenendo come centro quel che resta del tronco, fa esplodere le ramificazioni in una sorta di movimento esterno.
Aver tenuto parti delle ramificazioni allo stato “tal quale” rende ancor più forte il contrasto insito nel movimento circolare e ascensionale della scultura.
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Frammento di edera che nel corso della lavorazione mi ha “comunicato” una intensa voglia di abbracci. Le sue diverse ramificazioni si intersecano e si “stringono” come in un lungo e prolungato abbraccio collettivo. Il colore bianco opaco in acrilico rende ancor più forti i diversi intrecci della ramificazione.
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Raccolto sulla spiaggia di Psilli Ammos a Patmos, questo frammento portato dal mare sintetizza una storia misteriosa. La sua struttura cubica ben si presta ad un inserimento nei volumi prodotti dalle tele sovrapposte. Chiodi arrugginiti ci raccontano di un suo uso lontano e, probabilmente, di un lungo cammino per mare. I forti colori evocano il contesto cromatico che ispira questa bellissima isola del Dodecaneso.
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Fuoriesce dalla tela ovale, con grande forza e si “espande”, con le sue ramificazioni, verso l’alto su tutta la tela. Lavorando questo frammento, raccolto sull’isola di Lipsi in Grecia, mi ha colpito il movimento e le contorsioni del suoi rami. Un movimento ad avvolgere che ha trovato una sua dimensione perfetta racchiusa nei limiti posti dalla ovalità della tela. Il forte contrasto di colori vuole accentuare ancor di più questo distendersi delle ramificazioni.
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Staccato dal vento e portato sulla spiaggia di Patmos, nel Dodecaneso, questo frammento di macchia mediterranea presentava una forte omogeneità di ramificazioni e intrecci, che ben si prestava ad una ulteriore modellazione e al suo successivo inserimento su tela. La vermiglia colorazione consente di contrastare, in una sorta di dialogo, il richiamo marino del blu della tela, in un continuo gioco di forti e infuocati colori che le isole Greche propongono ai loro estimatori.
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Raccolti in una piccola discarica nei pressi della cava di Candoglia, la cava da cui si estrae il marmo rosa del Duomo di Milano, questi frammenti sono i resti di una tavola usata come terminale del taglio dei blocchi di marmo. Le incisioni verticali e orizzontali ripropongono il reticolato urbanistico di una moderna città. La citazione newyorkese di Manhattan è d’obbligo. Il degrado dei frammenti era in stato avanzato tanto da costringermi ad usare una resina epossidica per poterli “ lavorare e conservare”. Il frammento orizzontale è stato posto su tele sovrapposte per valorizzarne l’impatto comunicativo.
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Raccolti in una piccola discarica nei pressi della cava di Candoglia, la cava da cui si estrae il marmo rosa del Duomo di Milano, questi frammenti sono i resti di una tavola usata come terminale del taglio dei blocchi di marmo. Le incisioni verticali e orizzontali ripropongono il reticolato urbanistico di una moderna città. La citazione newyorkese di Manhattan è d’obbligo. Il degrado dei frammenti era in stato avanzato tanto da costringermi ad usare una resina epossidica per poterli “ lavorare e conservare”. Il frammento orizzontale è stato posto su tele sovrapposte per valorizzarne l’impatto comunicativo.
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Raccolti in una piccola discarica nei pressi della cava di Candoglia, la cava da cui si estrae il marmo rosa del Duomo di Milano, questi frammenti sono i resti di una tavola usata come terminale del taglio dei blocchi di marmo. Le incisioni verticali e orizzontali ripropongono il reticolato urbanistico di una moderna città. La citazione newyorkese di Manhattan è d’obbligo. Il degrado dei frammenti era in stato avanzato tanto da costringermi ad usare una resina epossidica per poterli “ lavorare e conservare”. Il frammento orizzontale è stato posto su tele sovrapposte per valorizzarne l’impatto comunicativo.
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